LEOPARDI: DIALOGO DI MALAMBRUNO E FANFARELLO
Malambruno è un mago. La sua arte: “può sgangherare la luna, e inchiodare il sole in mezzo al cielo”. Aspira alla potenza, cioè ad essere il principio del mutamento della realtà. Perciò, deve richiamarsi alla potenza suprema, inumana, illimitata, rappresentata da Belzebù. Si presenta Farfarello, uno dei luogotenenti del principe degli inferi, pronto ad esaudire i desideri del mago. Nobiltà, ricchezze, imperi, donne, onori, buona sorte: Malambruno non vuole nulla di tutto questo; fa, anzi, una strana richiesta: “Fammi felice per un momento di tempo”. Il mago è la figura dell’intera specie umana, che si percepisce come causa efficiente, motore del cambiamento, dominatrice del mondo. Dunque, questa istanza è propria di tutta l’umanità in quanto potente, trasformatrice, alteratrice. La risposta è secca. “Non posso”, dice Farfarello. A questo punto, è lecito chiedersi quale felicità il demonietto non può accordare a Malambruno. In termini generali, quale felicità, allo stesso tempo, è conna...